Qatargate: lettera al Parlamento Europeo
La Rete per i Diritti Umani e la Democrazia esprime preoccupazione sulle recenti mozioni volte a interrompere le attività in materia di diritti umani
Care e cari,
il recente scandalo Qatargate sta producendo conseguenze paradossali sull'azione dell'Europa in tema di diritti umani. Sono infatti state avanzate proposte che mirano a bloccare senza distinguo tutta l'attività di interlocuzione tra le ONG e la Sottocommissione per i Diritti Umani del Parlamento Europeo.
Peace Brigades International (PBI), che coordina la Rete per i Diritti Umani e la Democrazia, ha sottoscritto - insieme a un folto gruppo di Ong - una lettera in cui segnala i gravi rischi di queste proposte, che minacciano di paralizzare l'importante lavoro svolto per anni a tutela dei difensori dei diritti umani, mettendo a repentaglio le iniziative in loro favore.
Per vostra informazione condividiamo la lettera originale e riportiamo di seguito una traduzione in italiano.
Lettera congiunta delle ONG al Parlamento Europeo sulle mozioni presentate per interrompere le attività in materia di diritti umani.
Bruxelles, 20 dicembre 2022
Egregia Presidente Metsola
Egregi Presidenti dei gruppi politici del Parlamento europeo
Scriviamo per esprimere grande preoccupazione a proposito dei recenti dibattiti e proposte volte a interrompere tutte le attività della Sottocommissione per i Diritti Umani del Parlamento europeo (DROI) e per interrompere tutte le risoluzioni urgenti, in reazione alle accuse di corruzione note come “Qatargate”.
Nel corso degli anni, il Parlamento Europeo ha dimostrato di poter essere una voce forte e critica sia all’interno che all’esterno dell’UE, riempiendo spesso il silenzio di altre istituzioni dell’UE.
La DROI ha svolto un ruolo fondamentale in tal senso, contribuendo a tradurre in pratica il principio secondo cui i diritti umani sono in prima linea nella politica estera dell’UE e nell’impegno con i suoi partner.
Le udienze del DROI sono state una piattaforma preziosa per innumerevoli difensori e difensore dei diritti umani, attivisti/e e rappresentanti della società civile di tutto il mondo per testimoniare, spesso con grande rischio personale, sugli abusi perpetrati da governi repressivi.
Allo stesso modo, le risoluzioni d’urgenza hanno reso noti i casi di attivisti/e per i diritti umani, giornalisti/e, avvocati/e ed altri/e incarcerati/e o molestati/e, hanno denunciato violazioni dei diritti umani, legislazioni repressive e politiche di abuso da parte di governi e multinazionali, e incoraggiato l’ EEAS (Servizio europeo per l’azione esterna), il Consiglio, le delegazioni dell’UE e altre istituzioni ad utilizzare, per contrastare tali abusi, il più ampio pacchetto di strumenti dell’UE in materia di diritti umani, tra cui sanzioni mirate, diplomazia bilaterale, azioni presso le Nazioni Unite e misure relative al commercio.
Il controllo del Parlamento ha contribuito al rilascio di difensori/e dei diritti umani e prigionieri/e politici, ad arrestare l’adozione o promuovere la riforma di leggi oppressive e, in ultima analisi, ha contribuito al progresso dei diritti umani e all’assunzione di responsabilità su questo tema in tutto il mondo.
Tutto questo è qualcosa di cui il Parlamento europeo dovrebbe sentirsi orgoglioso, non vergognarsene.
Gli sforzi e le indagini per andare a fondo delle accuse e garantire giustizia sono nell’interesse di tutti/e. Al contrario, fermare tutte le attività in materia di diritti umani del Parlamento Europeo, mettere in discussione in modo radicale l’integrità e il contributo di tutte le organizzazioni della società civile all’elaborazione delle politiche dell’UE, sarebbe unicamente nell’interesse degli autori di violazioni dei diritti umani, a scapito delle loro vittime.
L’eredità di questa crisi, e più in generale di questa legislatura, non può e non deve essere il silenzio del Parlamento Europeo e il discredito di tutto il buon lavoro sui diritti umani che il Parlamento ha svolto per anni. Piuttosto, l’istituzione dovrebbe impegnarsi nuovamente e raddoppiare i suoi sforzi per parlare più forte e con maggiore incisività di fronte agli abusi, compresi quelli commessi da qualsiasi governo che potrebbe aver tentato di esercitare un’influenza indebita sulle attività del Parlamento.
Ci auguriamo che tutti gli sforzi nella direzione opposta vengano interrotti e siamo pronti a discutere di questi problemi quanto prima secondo la vostra disponibilità.
Cordiali saluti.
Rete per i Diritti Umani e la Democrazia, HRD